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STRATEGIE MIRATE PER CONTRASTARE LA FIBROMIALGIA : DALLA DIETA AL LIFESTYLE , AI PROBIOTICI O PSICOBIOTICI?

Le alterazioni del microbiota (disbiosi intestinale) sono la causa della sindrome fibromialgica o una conseguenza? Negli ultimi tempi si stanno dedicando ricerche e studi per osservare un possibile legame. Cosa sappiamo di certo? 

 

Per definizione i probiotici sono batteri vivi ed attivi, presenti in un alimento o integratore in grado di ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale, mentre i prebiotici sono fibre solubili, fermentabili, che nutrono i batteri probiotici favorendo la giusta numerosità e biodiversità nella comunità microbica. 

Il termine psicobiotici è stato recentemente introdotto per indicare i sottotipi di probiotici in grado di modulare l’asse cervello-intestino-microbiota migliorando la salute mentale. Tuttavia, sebbene ci siano delle specie caratterizzate per i loro benefici sul sistema nervoso, non esistono dei ceppi che in maniera sicura ed efficace possano ripristinare un equilibrio per tutti. Il microbiota si differenzia in maniera unica, individualistica, in ogni persona, un po’ come se fosse la nostra impronta digitale viscerale.

Numerosi studi sia su modelli animali che pazienti hanno mostrato come l’integrazione probiotica permette di correggere lo stato di disbiosi, di smorzare la risposta allo stress correggendo l’azione dell’asse HPA, ridurre la permeabilità intestinale, ripristinando l’integrità della barriera e del muco, ridurre l’infiammazione e migliorare la condizione di ansia e depressione. 

Alcuni dei ceppi che hanno dimostrato agire sulla comunicazione intestino-cervello, in maniera positiva, sono:

  • Bifidobacterium breve, Bifidobacterium infantis, longum
  • Lactobacillus plantarum
  • Lactobacillus rhamnosus GG y HN001
  • Lactobacillus paracasei LPC37

Altri sono riportati in tabella, nel grafico sottostante. Sebbene sia conclamato il ruolo di Faecalibacterium prausnitzii nel controllo dell’ansia e della depressione, a tutt’oggi, formulazioni probiotiche con questo batterio non sono ancora disponibili sul mercato. Ulteriori studi sulla sua efficacia e sicurezza sono ancora in corso.

Come già detto l’integrazione probiotica diventa ancora più efficace se accompagnata da fibre prebiotiche, secondo diversi lavori scientifici a sostegno di questa sinergia.

Molte fibre si possono già assumere attraverso un’alimentazione sana, come ad esempio nel modello della Dieta Mediterranea, dove l’apporto di fibre giornaliero supera anche le raccomandazioni di 25g/die ( http://silviabarbaresi.it/courses/webinar-fibromialgia/ ). Questo modello dietetico risulta essere il migliore in stati disbiotici e di infiammazione cronica, così come accade nella fibromialgia.

A livello alimentare, nelle persone affette da FM, si consiglia di aumentare attraverso la dieta l’apporto di triptofano, un amminoacido essenziale e precursore nella sintesi di ormoni come la melatonina, neurotrasmettitori come serotonina, GABA ed endorfine (analgesici naturali). Il triptofano interviene nella regolazione del metabolismo dei carboidrati, nella sintesi di vitamina B3 o niacina, nella stabilizzazione dell’umore e del senso di ansietà. Migliora la qualità del sonno, la tolleranza al dolore e l’attività del sistema immunitario. 

Si consiglia, a tale scopo, di fare il pieno di cereali integrali (miglio, grano saraceno, riso, sorgo, avena) cioccolato fondente, pinoli, arachidi, semi di sesamo, anacardi, nocciole e mandorle, semi di zucca, semi di girasole, castagne o farine di castagne, latte e latticini, ricotta, yogurt (meglio se Kefir), pollo, tacchino, pesce (pesce azzurro, salmone, alici…), uova, legumi (ceci, fagioli, soia o latte di soia e derivati della soia), cavoli, indivia, asparagi , lattuga, bietole, spinaci, zucchine, banane, datteri, mango ed avocado.

Per favorire un’azione diuretica e depurativa si raccomandano invece alimenti ricchi in potassio, che possano aumentare il volume delle urine, la formazione di urea e rimuovere i liquidi e le tossine in eccesso. Questo aiuta ad agire sull’edema sottocutaneo (se presente in forma di cellulite o ritenzione idrica) o a favorire una depurazione con rastrellamento delle tossine e dei radicali liberi in eccesso (  http://silviabarbaresi.it/courses/detox/ ). Seguire la stagionalità è sempre una nostra raccomandazione imprescindibile. Prediligere quindi ortaggi come carciofi, sedano, melanzana, borragine, cavolfiore, asparagi, fagiolini, fagioli corallo, finocchi; Frutta come mela, pera, melone, pesche, cocomero( http://silviabarbaresi.it/cocomero/ ), nespola, uva , frutti rossi.

Anche seguendo un regime alimentare sano e praticando costantemente dell’attività fisica, di almeno 30-40 minuti al giorno (anche di medio bassa intensità ma di tipo aerobico), può essere utile, in alcuni casi, ricorrere a delle integrazioni mirate. 

Tra queste le più interessanti che vale la pena citare nel caso della FM sono:

  Acidi grassi polinsaturi essenziali: rientrano in questa categoria gli acidi grassi degli oli di pesce, omega 3, EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico). L’acido gamma linolenico o GLA, loro precursore, si ottiene a partire dai semi di enotera comune (Oenothera biennis) e borragine (Borago officinalis). Esercitano un’azione antinfiammatoria, favoriscono la fluidità delle membrane biologiche, la sintesi di prostaglandine, ormoni che controllano processi metabolici e l’attività del sistema immunitario; promuovono la corretta assimilazione di vitamina D ed A; nutrono le cellule della pelle; promuovono la salute di nervi, proteggendo la mielina delle cellule nervose; favoriscono un profilo lipidico ottimale nel sangue (abbattono i trigliceridi ed aumentano l’HDL); favoriscono la salute e la corretta funzionalità del sistema riproduttore. LINK all’approfondimento su OMEGA 3

Vitamina B6: favorisce la sintesi di serotonina, dopamina, GABA, melatonina ed adrenalina; regola e promuove il sonno; è fondamentale nel passaggio da triptofano a vitamina B3 (niacina). Interviene nel metabolismo dei carboidrati e dei grassi. Aiuta e promuove uno stato d’animo ottimale. Controlla l’ansia e lo stress. Fondamentale per una corretta funzionalità de sistema nervoso e muscolo-scheletrico. Insieme al magnesio regola il metabolismo e la corretta replicazione cellulare.

Antiossidanti come acido alpha lipoico e coenzima Q10: L’acido alfa lipoico è un coenzima che agisce a livello del metabolismo glicolitico e mitocondriale; è inoltre uno dei più importanti antiossidanti. Viene definito antiossidante universale perché è solubile in acqua e grasso, agendo così sia sulle membrane cellulari che all’interno delle cellule, nel citosol, per aiutarle a combattere i radicali liberi. L’acido alfa lipoico favorisce la rigenerazione del glutatione, uno degli antiossidanti più importanti sintetizzati dal nostro corpo, ed aiuta a riciclare le vitamine C, E ed il coenzima Q10. Inoltre, favorisce la corretta attività del sistema nervoso e partecipa al metabolismo dei carboidrati o zuccheri. Il coenzima Q10 è un potente antiossidante di membrana. Noto anche come ubichinone è una sostanza liposolubile, presente naturalmente nel nostro corpo in vari distretti come cuore, o altri organi ad alto dispendio energetico, quali fegato e reni. Si trova in alte concentrazioni nei mitocondri, a livello della membrana più interna, dove partecipa attivamente alla catena di trasporto di elettroni durante la fosforilazione ossidativa, attenuando la forte carica di radicali liberi che si genera regolarmente in questa sede cellulare. Contrasta l’invecchiamento, e potenzia l’azione del metabolismo (produzione di ATP a partire dai nutrienti) grazie alla protezione che garantisce ai mitocondri. Poiché l’ATP viene utilizzato per svolgere tutte le funzioni del corpo ed il danno ossidativo è dannoso per le cellule, non sorprende che alcune malattie croniche siano state collegate a bassi livelli di coenzima Q10. Di fatto, diversi studi confermano che a seguito dell’assunzione di ubiquinone, in casi di FM, si siano manifestati miglioramenti relativi al dolore, alla rigidità muscolare e all’affaticamento.

Melatonina: ormone presente in tutti gli esseri viventi, in concentrazioni differenti e che risente del ritmo circadiano. Prodotta dalla ghiandola pineale, agisce direttamente sul sonno, ad intermittenza, solo quando necessario. Più propriamente definita neuro-ormone, si produce a partire della serotonina, e quindi dal triptofano. È la sostanza naturale che determina il ciclo sonno- veglia in modo sicuro. Non solo, agisce sul sistema immunitario, aumentando le naturali difese ed è un antiossidante lipofilo, a protezione dei nostri tessuti più “grassi”. Contrasta l’invecchiamento e la sua sintomatologia, allevia la fatica cronica, mal di testa, tensione muscolare; migliora la pressione arteriale notturna, protegge la pelle dai danni delle radiazioni UV ed allevia i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.

Berberina: a partire dell’Hydrastis canadensis, si ottiene questo alcaloide, particolarmente potente come battericida contro diversi microrganismi patogeni come Clamidia, E. coli, Salmonmella typhi e Entamoeba histolìtica. Possiede proprietà interessanti come immunostimolante, antiinfiammatorio, antivirale e ricostituente. Nei pazienti affetti da FM conferisce tono, forza ed energia, contrastando la fatica cronica.

Resveratrolo(LINK ARTICOLO RESVERATROLO): polifenolo non flavonoide appartenente alla categoria degli stilbeni; particolarmente abbondante nei semi di vite, nell’uva quindi e nei suoi sottoprodotti, come soprattutto il vino rosso. Si tratta di una molecola dal forte potere antiossidante ma la cui bassa biodisponibilità spesso rappresenta un problema. Integrarlo con forme liposomiali potrebbe infatti facilitarne l’assorbimento. Minimizza la sintomatologia della FM, soprattutto per ciò che concerne il dolore e l’infiammazione; migliora la vista, protegge la pelle (collagene ed elastina) e le cellule muscolari dallo stress ossidativo; agisce come protettore cardiovascolare in quanto migliora il flusso sanguigno, fortifica le pareti dei vasi e previene i processi aterosclerotici (che iniziano con l’ossidazione delle LDL).

Ulteriori consigli vengono qui riassunti nel grafico:

microbiota-intestino-cervello

Il meccanismo d’azione attraverso il quale la modulazione del microbiota intestinale influenzi il sistema nervoso, la percezione del dolore, il comportamento ed in generale la sintomatologia complessa, tipicamente espressa nella FM, deve ancora essere completamente compreso. 

Allo stato della ricerca attuale le principali ipotesi su come il microbioma influenzi la salute mentale includono cambiamenti nella produzione di serotonina, meccanismi d’azione degli acidi grassi a catena corta (SCFA) e dei metaboliti del Trp che influenzano la maturazione della microglia, favoriscono l’integrità della barriera intestinale, promuovono l’espressione del fattore neurotrofico neuronale (BDNF) ed esercitano proprietà antinfiammatorie.

Resta da chiarire la direzione della causalità: le alterazioni del microbiota (disbiosi intestinale) sono la causa della sindrome fibromialgica o una conseguenza? Rispondere a questa domanda può aiutar a far luce sulla meccanicistica d’azione della FM e sulla sua possibilità di cura in ambito clinico, anche con approcci nuovi che includano la manipolazione del microbiota intestinale come la tecnica del FMT (trapianto fecale di microbiota), già utilizzato con successo in alcune patologie croniche infiammatorie intestinali (quali l’infezione da Clostridium difficile, resistente agli antibiotici). Si potrebbe finalmente iniziare a parlare di modalità di trattamento mirate, targettizzate sulla base delle necessità del singolo individuo, modulando la sua comunità microbica in maniera precisa e non standardizzata. 

Dobbiamo tuttavia riconoscere che il microbioma intestinale umano è così variabile che una composizione “favorevole” non può essere determinata in maniera assoluta. Ogni individuo ha un suo proprio consorzio microbico che è il frutto della sua storia di vita, dal momento della nascita (con la prima presa di contatto con il microbiota materno) alla fase adulta. La dieta, lo stile di vita, l’ambiente… ogni cosa scalfisce il nostro microbiota intestinale così come l’esposoma e l’epigenetica, dall’interazione geni-ambiente, creano continui cambiamenti nel nostro patrimonio genetico. Inoltre, nel tentativo di “normalizzare” l’abbondanza di specie batteriche così differenti nello stato di FM, dobbiamo tenere a mente la complessità di questo ecosistema in relazione ad altre potenziali patologie. Ad esempio, P. copri è poco abbondante nei pazienti con FM, ma aumenta considerevolmente in chi soffre di artrite infiammatoria; quindi, si dovrebbe con cautela pensare alle conseguenze della sua manipolazione prima di intervenire con strategie per favorirne la crescita.

Infine, anche se volessimo provare a raggiungere la composizione ideale del nostro microbiota, attualmente, le tecniche a nostra disposizione per modulare la comunità microbica, così come le conoscenze sulla vastità e complessità di queste reti batteriche sinergiche o in conflitto tra loro, non sono sufficientemente evolute e sofisticate per tale scopo. 

Possiamo piuttosto intervenire su più fronti, agendo sulla dieta affinchè sia più ricca di fibre, acidi grassi polinsaturi o Omega 3, cereali integrali e legumi, in modo da ridurre l’infiammazione; intervenire con il giusto apporto di antiossidanti giornaliero e alimenti che facilitino la rimozione di scorie e tossine in eccesso, anche attraverso la diuresi ( http://silviabarbaresi.it/courses/detox/ ). Un percorso disintossicante che sicuramente non avrà effetti collaterali ma che nutrirà il nostro microbiota a favore dei ceppi anaerobici, produttori di SCFAs e contribuirà ad alleviare i sintomi infiammatori della FM. Tutto questo in attesa che la scienza apra nuovi orizzonti sulle applicazioni terapeutiche delle tecniche di manipolazione del microbiota intestinale.

Nel frattempo, mettiamoci alla ricerca del nostro benessere interiore, nel corpo e nello spirito, perché l’uno non può prescindere dall’altro.

Conduco una vita ispirata il più possibile all’equilibrio: mangio poco e bene. Per il resto, penso positivo: lo considero la medicina più efficace.

ELISA TRIANI

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